Il BfV, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (l’intelligence interna) sembra a un passo dal porre sotto osservazione per “estremismo” la destra identitaria di AfD - Alternative für Deutschland. Francesco De Felice racconta cosa significa questo scenario per il partito e per la politica tedesca. Nel frattempo si è concluso il processo per l’omicidio del politico CDU Walter Lübcke, assassinato da un estremista di destra nel giugno 2019. Alessandro Ricci racconta come le minacce ai politici siano ormai parte della realtà sociale tedesca. Lorenzo Monfregola, infine, fa un’analisi della declinazione del movimento complottista QAnon in Germania e di come si sia diffuso tra dinamiche digitali e attivismo dell’estrema destra.
(Nella prima uscita di Derrick ci siamo presentati tutti e 4. Nelle uscite settimanali ci alterneremo però con un turnover pubblicando 2-3 articoli.)
I soliti sospetti: AfD e l'estrema destra nel mirino dell'intelligence
Di Francesco De Felice
Un partito ufficialmente sospettato dallo Stato di costituire un'organizzazione di estrema destra, con 86 deputati in parlamento e il 10% dei consensi. Non è la Repubblica di Weimar, ma la Germania di domani. A meno di otto mesi alle elezioni del Bundestag del 26 settembre Alternative für Deutschland (AfD) potrebbe essere classificata come caso sospetto (Verdachstsfall) di gruppo di estrema destra dall'Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV).
Il BfV potrebbe porre sotto osservazione i membri del partito, intercettarne telecomunicazoni e posta, nonché infiltrare la formazione con i propri agenti. AfD si troverebbe allo stadio che precede la dichiarazione di anticostituzionalità, cui potrebbero seguire l'ordine di scioglimento e la messa al bando da parte del ministero dell'Interno.
Mentre le sezioni di AfD di alcuni Länder sono già Verdachtsfälle, negli ultimi giorni sono trapelate indiscrezioni secondo cui la decisione del BfV sarebbe imminente. Sebbene non ci sia nulla di ufficiale, a dicembre scorso il direttore del BfV, Thomas Haldenwang, è tornato a mettere in guardia dalla crescente influenza che in AfD continua ad assumere Der Flügel, (L'Ala), corrente identitaria e ultranazionalista del partito (völkisch). Il gruppo può contare su 7.000 membri ed già classificato come Verdachtsfall di estrema destra dal BfV, così come Junge Alternative (JA), la formazione giovanile di AfD. I capi di Der Flügel, scioltosi formalmente il 30 aprile scorso, Andreas Kalbitz e Björn Höcke, sono stati definiti da Haldenwang “estremisti di destra” e “nemici della democrazia”.
Il direttore del BfV ha evidenziato come “diversi sostenitori di Der Flügel stanno lottando per una maggiore influenza” in AfD e che il gruppo si è soltanto “presumibilmente sciolto”. In particolare, i membri di Der Flügel hanno occupato posizioni cruciali nel partito, che si sta sempre più radicalizzando. L'influenza della corrente völkisch in AfD, ha avvertito Haldenwang, “cresce sempre di più, anche se il partito tenta di espellere gli estremisti di destra chiaramente riconoscibili”.
AfD è divenuta il collettore dei voti dei conservatori stanchi o delusi del “ventennio merkeliano”, del post-proletariato dell'Est, della destra radicale, dei teorici del complotto e dei negazionisti del coronavirus
Der Flügel può essere considerata il paradigma delle tensioni all'interno di AfD. Nato nel 2013 come formazione della destra euroscettica, il partito si è spostato su posizioni che mescolano populismo ed estremismo. AfD è divenuta il collettore dei voti dei conservatori stanchi o delusi del “ventennio merkeliano”, del post-proletariato dell'Est, della destra radicale, dei teorici del complotto e dei negazionisti del coronavirus.
La svolta a destra è la crisi dei rifugiati nel 2015, quando la Germania venne percorsa dalla “grande paura” della minaccia alla propria sicurezza. AfD sostenne con forza la chiusura dei confini. L'allora presidente del partito, Frauke Petry, giunse a invocare il ricorso alle armi da fuoco da parte della polizia federale per fermare i migranti. Ancora più esplicito fu Christian Lüth, dal 2013 al 2020 portavoce di AfD. Luth venne licenziato in seguito ad alcune sue esternazioni e ad un’inchiesta dell'emittente televisiva “ProSieben”, dove, ignaro di essere registrato, affermava: “Peggio va per la Germania, meglio è per AfD. Certo, è uno schifo per i nostri figli, ma probabilmente ci farà andare avanti” aggiungendo che, “se tutto andasse bene in Germania”, AfD sarebbe “al 3 per cento”. Lüth era poi intervenuto sull'arrivo dei migranti in Germania, definendolo un vantaggio per AfD: “Dopo, potremmo sparare a tutti, non è affatto un problema, o usare il gas. Mi è indifferente”.
“Peggio va per la Germania, meglio è per AfD. Certo, è uno schifo per i nostri figli, ma probabilmente ci farà andare avanti”
Casi come quello di Lüth sono diffusi sia nella base sia al vertice di AfD. La dirigenza reagisce con la condanna delle dichiarazioni e l'espulsione dei responsabili. A venire cacciato è stato lo stesso Kalbitz, a capo di AfD in Brandeburgo e memore del successo del 2019 quando ha conquistato il 23,5%, successo indicativo del potenziale di Der Flügel, in particolare nei Länder orientali. Kalbitz è stato espulso per aver taciuto sui suoi legami con Heimattreue Deutsche Jungend (HDJ) gruppo di estrema destra messo al bando nel 2009. Con la sua espulsione la forza di Der Flügel in Brandeburgo non è diminuita. A guidare il partito nel Land è stato eletto Hans-Christoph Berndt, fondatore e copresidente di Zukunft Heimat, associazione classificata come gruppo di estrema destra. È, dunque, indicativo quanto affermato dal ministro dell'Interno del Brandeburgo, Michael Stübgen: “L'Ala è l'intero uccello”.
Mentre si avvicinano le elezioni di settembre, l'ascesa di Der Flügel e lo spettro del BfV esercitano su AfD pressioni divergenti. Con le preferenze crollate al 9-10%, il partito è al bivio tra dissociarsi dalla sua corrente ultrà o sfruttarla come strumento di mobilitazione del consenso. Oltre all'aritmetica elettorale, la dinamica tra moderati e völkisch in AfD cela una serrata lotta per il potere. Il partito continua a radicalizzarsi in una marcia che potrebbe essere accelerata dalla decisione del BfV. Guidati da Jörg Meuthen, in coppia con Timo Chrupalla, i moderati intendono tracciare una netta linea di demarcazione tra il partito e la destra radicale, così da affermare la natura costituzionale della formazione. Per la corrente völkisch, invece, AfD deve mantenere e rafforzare le posizioni antisistema. In questo contrasto, i moderati paiono in ritirata.
Intanto, la base di AfD attende la candidatura di Höcke al Bundestag per mantenere la posizione di quarto partito in Germania come obiettivo di breve periodo e per rilanciarsi in un orizzonte temporale più ampio. Presidente di AfD in Turingia, Höcke ha infatti condotto il partito al 23,4% alle elezioni tenute nel Land il 27 ottobre 2019.
Tuttavia, mentre si radicalizza, il partito perde iscritti, simpatizzanti e referenti nelle istituzioni. Ad andarsene è stato anche Konrad Adam, confondatore di AfD con Gauland e Bernd Lucke, affermando di “non vedere un futuro per AfD come formazione borghese-conservatrice”. Dal partito pare aver preso le distanze anche Hans-Georg Maaßen, direttore del BfV dal 2012 al 2018 quando è stato destituito per i suoi contatti proprio con AfD.
I politici come bersaglio
Di Alessandro Ricci
Il 28 gennaio il tribunale di Francoforte ha condannato all’ergastolo il neonazista Stephan Ernst per l’omicidio di Walter Lübcke, presidente del distretto governativo di Kassel in quota CDU. Lübcke è stato ucciso da Ernst con un colpo di pistola sul terrazzo di casa sua nella notte tra l’1 e il 2 giugno 2019. La storia ha scosso l’intera Germania. L’assassino, noto per essere stato attivo in vari gruppi della galassia neonazista, ha ucciso il presidente del distretto di Kassel per le posizioni a difesa dei migranti. Lübcke, infatti, nel 2015 aveva sostenuto la Wilkommenspolitik della cancelliera Angela Merkel.
Il suo omicidio è stato il triste finale di migliaia di lettere e di email minatorie indirizzate a lui indirizzate, ma anche un punto di svolta nella storia della Repubblica Federale. Infatti, anche se diversi omicidi politici sono stati già stati commessi, in particolare nei confronti di immigrati, per la prima volta la vittima degli xenofobi e neonazisti era un politico.
Il caso Lübcke, in Germania, ha avuto molto risalto mediatico, sia per l’epilogo sia per la caratura del personaggio. Ma una storia simile, forse il primo segnale di ciò che stava per accadere, è stato l’episodio che ha coinvolto la sindaca di Colonia nel 2015, quando un uomo la accoltellò. Anche qui, la motivazione era la politica sui rifugiati e l’aggressore aveva un trascorso nei Freiheitlichen Deutschen Arbeiterpartei (Partito dei lavoratori tedeschi della libertà), un movimento neonazista.
“dal 2015, la minaccia per i politici locali è aumentata enormemente, soprattutto per coloro che sono coinvolti nell'aiuto ai rifugiati"
A Gotz Ulrich (politico della CDU), invece è andata meglio. Dopo le proteste xenofobe e l'attacco incendiario a Tröglitz (una città di 3.000 abitanti nel suo distretto) nel marzo e nell'aprile 2015, Ulrich si era espresso a favore del mantenimento di alloggi per rifugiati. La sua posizione gli è costata anni di minacce di morte e la scorta. Stessa sorte anche per Andreas Hollstein (CDU), salvato da due passanti mentre un uomo gli puntava un coltello al collo urlando "Ti pugnalerò. Mi lasci morire di sete e porti 200 stranieri in città!”.
Se questi possono sembrare dei casi isolati, “dal 2015, la minaccia per i politici locali è aumentata enormemente, soprattutto per coloro che sono coinvolti nell'aiuto ai rifugiati", afferma Marc Elxnat, capo del dipartimento dell'Associazione tedesca delle città e dei comuni. Secondo uno studio della rivista Kommunal, negli ultimi anni c’è stato un notevole incremento delle minacce ai politici. Nel 2019 il 41% degli amministratori locali è stato minacciato o aggredito, numero che nel 2020 è salito al 64%. Di questi il 9% è stato attaccato fisicamente, rispetto al 7% dell’anno prima.
Quello che prima sembrava un fenomeno isolato è salito al centro delle cronache tedesche e alcuni politici hanno deciso di non ricandidarsi. Uno di questi è Arnd Focke, amministratore dimissionario in quota Spd di un paesino della Bassa Sassonia. La sua auto è stata imbrattata con delle svastiche e nella cassetta della posta ha ritrovato messaggi minatori: "Ti gaseremo”.
Ma sebbene il fenomeno sia più forte a livello locale, non ha risparmiato i parlamentari del Bundestag, come Karamba Diaby, che oltre a ricevere minacce di morte online ha trovato due colpi di arma da fuoco sulla vetrina del suo ufficio distrettuale ad Halle (città già tristemente nota per l’attentato antisemita alla Sinagoga dell’ottobre 2019). L’evento faceva seguito alle minacce ricevute da Diaby dal movimento neonazista Dritte Weg.
Più complessivamente come mostra un sondaggio del programma televisivo ARD Kontraste: dei 709 membri del Bundestag circa il 25% è stato minacciato o insultato(non solo da neonazisti o estremisti di destra ma anche da soggetti provenienti da altre ideologie politiche e/o religiose).
Secondo la Konrad Adenauer Stiftung, ente vicino alla CDU di Angela Merkel, il problema è dovuto ad una crescente insoddisfazione nei confronti della politica. Il fenomeno è messo in luce da un’indagine commissionata al Kantar Institute. Su una scala di fiducia della popolazione tedesca verso alcune istituzioni è emerso che i politici si posizionano all’ultimo posto e solo il 25% dei partecipanti ha dichiarato di riporre molta fiducia nei confronti dei propri rappresentanti.Il sondaggio ha inoltre mostrato che i partecipanti della Germania orientale valutano la popolarità dei politici inferiore a quelli della Germania occidentale e che i politici godono di una reputazione particolarmente scarsa tra coloro che simpatizzano per AfD, Alternative für Deutschland, il partito della nostra identitaria.
Il dato su AfD è preso molto sul serio da Simone Rafael, rappresentante della Antonio Amadeu Stiftung, fondazione che si occupa di combattere l’estremismo di destra: ”dal 2013-2014 con l’arrivo sulla scena di AfD e Pegida c’è stato un aumento del razzismo. I due schieramenti hanno cercato di riportare nel dibattito pubblico tutto ciò che per un periodo non era ammesso dire.”
Questo è il segnale, sempre secondo Rafael, che “l’estrema destra in Germania non è mai sparita, ma è anzi sempre più forte, non soltanto in Parlamento ma anche nel quotidiano con veri e propri attacchi”. Attacchi che hanno visto una recrudescenza grazie alle restrizioni dovute al diffondersi del coronavirus. Il movente, in questo caso, si è spostato dalla politica sui rifugiati alla “dittatura sanitaria”. A farne le spese, tra i tanti, è stato Karl Lauterbach, esperto di sanità del partito socialdemocratico, che da marzo 2020 riceve quotidianamente minacce per email e attraverso i social.
“l’estrema destra in Germania non è mai sparita, ma è anzi sempre più forte, non soltanto in Parlamento ma anche nel quotidiano con veri e propri attacchi”.
Con l’arrivo sulla scena dei negazionisti del coronavirus, infatti, l’estrema destra ha cercato di prendere la guida della protesta e Alternative für Deutschland si è inserita nel tentativo di esacerbare lo scontro facendosi portatrice delle istanze di una fetta della popolazione. Istanze, da un lato libertarie, dall’altro apertamente cospirazioniste. È divenuto chiaro che i seminatori di odio erano alla ricerca di una ribalta durante la manifestazione dei negazionisti del coronavirus del 1 agosto 2019. Quel giorno in piazza erano presenti membri di AfD, NPD (il partito neonazista) e altre formazioni estremiste di destra che marciavano al fianco di esoterici e ideologi della cospirazione. Bandiere imperiali nere-bianche-rosse sventolavano accanto alle bandiere della pace.
Poco dopo, il 29 agosto, questo poutpourri di manifestanti ha provato ad entrare nel Bundestag, anticipando per certi versi l’attacco al Capitol Hill. La pandemia, ha quindi fornito ad un fenomeno già vivo nuova linfa vitale per incanalare l’odio.
L’importazione di QAnon in Germania
Di Lorenzo Monfregola
Il 6 gennaio 2021, di fronte alle immagini dell’assalto degli ultra-trumpiani al Campidoglio USA, molti tedeschi hanno pensato a quello che avevano visto 4 mesi prima. Il 29 agosto 2020 un segmento di manifestanti negazionisti, no-mask e della galassia dell’estrema destra ha invaso la scalinata del Reichstag, sede del Bundestag tedesco. La folla di circa 400 persone non è tuttavia riuscita a penetrare dentro al Parlamento: tre poliziotti solitari hanno bloccato l’entrata, resistendo fino all’arrivo dei rinforzi. La pressione sul Reichstag berlinese è stata certamente molto minore rispetto a quella esercitata sul Capitol di Washington, ma i paralleli tra i due eventi restano significativi. Uno, su tutti, è il ruolo dell’informe movimento/teoria del complotto QAnon. L’assalto al Reichstag è stato lanciato dall’intervento durante la manifestazione di una naturopata negazionista (Tamara K.) legata a canali QAnon tedeschi. Nel suo discorso per aizzare la folla, la donna ha sostenuto che Donald Trump fosse appena arrivato a Berlino allo scopo di supportare proprio i no-mask. Tamara K. ha poi aggiunto: “Abbiamo vinto… Davanti a questo palazzo non c’è più Polizei… Ora dobbiamo far vedere che ci siamo tutti... Mostriamo al presidente Trump che vogliamo la pace nel mondo e che siamo completamente stufi”. Una dichiarazione delirante basata su una notizia assolutamente falsa, ma che è stata più che efficace nel suo intento ed era perfettamente in linea con l’emanazione-traduzione tedesca dell’impostazione complottista-millenarista di QAnon.
QAnon è una teoria del complotto/movimento originato tre anni fa negli USA dalla viralizzazione di una serie di criptici drop nella sezione /pol/ dell’imageboard 4chan. I drop sono stati postati dall’utente Q, un sedicente anonimo (Anon) funzionario di Stato che sosteneva di avere accesso a piani top-secret (Q sarebbe riferito al livello “q” di accesso a documenti secretati). Secondo QAnon, il Presidente Trump e i militari USA avrebbero guidato una guerra dettagliatamente pianificata contro il “deep-state globalista” gestito dalla “Cabala”. La “Cabala” sarebbe “un’élite satanista” organizzata che, oltre a voler instaurare un nuovo ordine mondiale, compirebbe rapimenti, abusi sessuali e omicidi rituali di bambini per aumentare il proprio potere. Non c’è una sola parte di tutto l’intreccio di plot riconducibili a Q che sia mai stata corroborata da una prova fattuale. Ma in questi 3 anni la fede dei follower di QAnon è spesso rimasta incrollabile. La gamification perenne dei messaggi di Q li ha resi di fatto impermeabili alla confutazione. Nel corso del tempo diverse persone hanno iniziato a parlare a nome di Q e a riprodurre profezie sempre più astruse, in una tipica dinamica da prosumer (dove i soggetti agiscono sia da producer che da consumer di un prodotto). Decine e decine di migliaia di autoproclamati “soldati digitali” hanno atteso (o ancora attendono) lo “Storm”, la tempesta con inevitabile vittoria finale trumpiana capace di scatenare un “great awakening” collettivo contro la “Cabala”. Com’è noto, l’ex Presidente Trump, di cui l’ampia maggioranza degli elettori non è formata da complottisti di QAnon, ha però sempre pubblicamente accettato il supporto dei suoi ultras cospirazionisti.
La Germania è ritenuta tra i paesi con più seguaci QAnon al di fuori degli USA. Si conta che oggi in Germania possano esserci fino a 150 mila follower di QAnon.
La Germania è oggi ritenuta uno tra i paesi con più seguaci QAnon al di fuori degli Stati Uniti. Si conta che oggi in Germania possano esserci fino a 150 mila follower di QAnon. La quantificazione non è però così semplice e si basa sostanzialmente sulla semplice dimensione numerica degli iscritti a canali social o di messaggistica. In Germania QAnon è arrivato con forza nel 2020 e si è agganciato velocemente al già citato ed eterogeneo mondo negazionista/no-mask (alle cui manifestazioni la simbologia Q è comparsa di continuo).
L’affermazione di QAnon nei canali tedeschi è stata l’importazione di un trend online e non è avvenuta attraverso una fase decisiva di drops in stile LARPing (“live action role playing”, cioè ad esempio qualcuno che sostiene di essere un funzionario anonimo in possesso di informazioni secretate). In Germania QAnon si è affermato piuttosto con una forma di localization del prodotto digitale, tramite il traino di vari influencer e grazie all’integrazione in movimenti di estrema destra già esistenti. Tra gli influencer sono da citare negazionisti Covid come il cuoco vegano Attila Hildmann o la pop-star Xavier Naidoo, mini-celebrities convertite ai no-mask che hanno diffuso materiale QAnon nella loro specifica fanbase. La localization è stata invece un vero e proprio adeguamento narrativo di Q allo scenario tedesco. Emblematico è stato il caso dell’interpretazione Q-deutsch dell’esercitazione NATO “Defender-Europe 2020” della scorsa primavera. Se per il complottismo tradizionale si trattava infatti di un’invasione USA dell’Europa in funzione anti-russa, per gli ambienti QAnon tedeschi è diventata subito una prova della volontà di Donald Trump di entrare in Germania per liberarla dal governo “globalista” e “pro-immigrazione” di Angela Merkel. Il lockdown anti-Covid è stato quindi poi raccontato nei canali digitali Q come il tentativo della Kanzlerin di bloccare questa stessa operazione di Trump. Intorno a queste teorie del complotto si sono quindi velocemente sviluppate crescenti fantasie di violenza verso i nemici politici, inviti all’insurrezione armata, razzismo e antisemitismo esasperati, sogni di colpo di stato militare.
In Germania QAnon si è affermato con una forma di localization del prodotto digitale, tramite il traino di vari influencer e grazie all’integrazione in movimenti di estrema destra già esistenti.
In quanto al ruolo di specifici gruppi di estrema destra nella propagazione tedesca di QAnon, sulle narrazioni di Q si è innestato fin dall’inizio il movimento Reichsbürger. Passaggio tecnico importante in questo senso è stata la fusione, già nel marzo 2020, di alcune pagine FB e chat Telegram dei Reichsbürger con diverse pagine e chat di QAnon. Secondo il BfV (l’intelligence interna tedesca) il movimento dei Reichsbürger (“cittadini del Reich”) conta oggi fino a 19.000 seguaci. Si tratta di una costellazione di gruppi anche noti per conservare arsenali sparsi sul territorio tedesco. I Reichsbürger sostengono che l’attuale Repubblica Federale di Germania sia legalmente illegittima e che i confini tedeschi siano ancora quelli anteriori alla II guerra mondiale. In un clamoroso ribaltamento del loro tradizionale e solido anti-americanismo, nel 2020 i Reichsbürger hanno sancito che le profezie di QAnon potessero significare che Donald Trump avesse in programma di dissolvere l’attuale assetto istituzionale tedesco e offrire così un “nuovo trattato di pace” alla Germania (potenzialmente in favore di un ritorno tedesco al Reich). La già citata Tamara K. che ha aizzato la folla davanti al Parlamento tedesco, oltre che come follower di Q è stata individuata anche come militante vicina agli stessi Reichsbürger. Le sue parole riportate più sopra, per quanto strampalate, risultano perciò più che conseguenti secondo la razionalità distorta del QAnon tedesco e del suo innestarsi sul linguaggio dei Reichsbürger.
Il sigillo decisivo alla diffusione di QAnon in Germania è arrivato poche settimane prima del tentato assalto al Reichstag. Nell’agosto 2020 il giornale di estrema destra Compact ha infatti pubblicato un numero dedicato a Q. L’edizione ha avuto così tanto successo da richiedere una ristampa. La copertina giocava con la “Q” come iniziale sia di QAnon sia di “Querdenker” (il principale movimento negazionista anti-Covid e no-mask tedesco). Il fondatore-editore di Compact, Jürgen Elsässer, ha dichiarato di non credere personalmente alle teorie complottiste in merito a una “Cabala” di satanisti-pedofili, ma di ritenerle importanti “allegorie”. Si tratta di un aspetto cruciale. Sarebbe infatti insufficiente interpretare QAnon soltanto nella sua dimensione di follia collettiva fatta di ingenuità disperse o intelligenze limitate. Osservando la diffusione del culto cospirazionista (negli USA come in Germania) si possono anche notare soggetti-gruppi che puntano su un’apertura tattica e volontarista a una menzogna percepita come potenzialmente fondativa di un’intera iperstizione. La dinamica di QAnon passa per l’accettazione estraniante di un dogma originario ed eccezionalmente irrazionale tipico delle sette religiose che si basano escatologie a breve termine. QAnon è anche una narrazione che tanti follower hanno accolto intimamente perché comunque funzionale a nutrire, gratificare e strutturare un desiderio bruciante di rivalsa e vendetta psico-politica verso avversari politico-esistenziali percepiti come “totalmente altri”. Avversari verso cui si prova un’inimicizia tale da rifiutare - provocatoriamente tramite “allegorie” o rabbiosamente tramite una fede cieca - anche un minimo piano condiviso di percezione del reale. Il prodotto delirante Q ha così trovato una nicchia di mercato da tempo pronta alla distribuzione, all’acquisto e alla riproduzione.
QAnon è anche una narrazione costituente che tanti follower hanno accolto intimamente perché comunque perfettamente funzionale a nutrire, gratificare e strutturare un desiderio bruciante di rivalsa e vendetta psico-politica verso avversari percepiti come “totalmente altri”.
Al tempo stesso, ovviamente, la sconfitta di Trump alle ultime elezioni e l’entrata in carica di Joe Biden hanno e avranno delle conseguenze sulle grandi narrazioni di QAnon. Dallo scorso novembre i messaggi “originali” Q sono drasticamente diminuiti. Nei gruppi QAnon tedeschi, che attualmente sono molto attivi soprattutto su Telegram, si notano sia lo sconforto per il mancato “Storm” sia il rilancio di nuove (riattualizzate) profezie. Non è mancato anche il riemergere dell’idea di una contro-cospirazione secondo cui QAnon sarebbe infine una “psyop della CIA”, mentre è anche partita una allarmata ricerca degli infiltrati nelle chat (soprattutto giornalisti). Quello che sembra molto probabile, però, è che alcune correnti QAnon tedesche potranno ora addirittura accelerare la propria integrazione nel neonazismo e nel suprematismo razzista più organizzati. Movimenti come QAnon, che già si basavano sulla ricodificazione pop e user-friendly di precisi e storici feticci dell’estrema destra, potranno sempre più rivelarsi un ponte definitivo verso il Rechtsextremismus non più solo digitale.
Se Derrick ti è piaciuta spargi la voce:
Se invece questa mail ti è stata inoltrata iscriviti qui:
©Riproduzione Riservata